"Fuori dalla notte è arrivato il giorno. Fuori dalla notte la nostra piccola terra. Le nostre parole si disperdono. Le nostre parole viaggiano per trovare coloro che ascolteranno." (Enya, Less Than a Pearl))

martedì 28 giugno 2011

Come inserire un commento

Allarme commenti! Istruzioni per l'uso.
Più di un amico/a ci ha chiamati per dirci "Hei, ma perché non riesco a mettere il mio commento sul vostro blog?!" e così dopo l'ennesima domanda di questo tipo ci siamo un po' preoccupati... dopotutto "i vostri commenti alimentano il nostro blog"!
Effettivamente la cosa può creare confusione (abbiamo cercato di lavorarci su ma non c'è molta scelta), noi vi suggeriamo qualche metodo:
1) Innanzitutto, dopo aver scelto il post da commentare, cliccate sulla voce in basso in giallino "0 commenti" o in marroncino "x commenti" (x sta per il num. di commenti già scritti), ma fin qua è ovvio!
2) Vi si dovrebbe aprire una pagina con una finestrella per scrivere il commento, sotto di questa c'è una scritta "Scegli un'identità"
3) a. La cosa più semplice è scegliere "Anonimo" e firmarvi col vostro nome o pseudonimo a fine commento... naturalmente non è obbligatorio!
b. altrimenti scegliete l'opzione (meno anonima) "Nome/URL" che vi permette di inserire il vostro nome o pseudonimo senza dover inserire l'url (ma se lo avete e lo inserite MEGLIO per voi perché vi fate un po' di pubblicità, quindi amici bloggers dateci dentro!!!)
c. invece se avete un open ID, o un account LiveJournal, WordPress, TypePad, AIM inserite semplicemente il vostro id
4) scritto il commento e scelta l'identità schiacciate "pubblica commento"
ed è fatta :-)
Volete provare da subito...? Commentate gente, commentate!

P.s:Nel caso, pur seguendo le nostre istruzioni, non riusciate a pubblicare il vostro commento vuol dire che c'è effettivamente qualche intoppo, segnalatecelo al: micherosa@libero.it

lunedì 27 giugno 2011

Terra del Fiume: Un Tuffo nel Passato

Domenica mattina, camminando con Aura lungo il fiume Oglio, ormai di fronte alla Chiesa di Santa Maria Assunta, ci siamo imbattuti nel passato di Palazzolo. Il sorriso accompagnato dalla sorpresa ha fatto da cornice ai nostri sguardi. Due bambini camminando sulla passerella che si collega alla chiesa si tuffavano nel fiume. Sarà bene che mi spieghi meglio: il ponticello che collega le due sponde del fiume è costituito ai due lati da archi e all’interno di questi  inferiate precludono ogni arrampicata… i due intraprendenti partivano dalla sponda rialzata e invece di discendere i gradini camminavano sul cornicione della passerella e senza la minima esitazione si gettavano nell’acqua. La corrente li portava via e l’esclamazione allarmata di Aura “ma come fanno a risalire?” è stato l’esatto pensiero che mi ha attraversato mentre il fiume li trascinava. Li vedevamo  allontanarsi, la corrente sembrava li portasse troppo lontano, ma appena oltre il ponte Romano che collega mura alla piazza ecco i gradini, ancora di salvataggio di quelle due piccole figure. Li scorgevamo salire le scale, pronti a correre scatenati e a torso nudo, con ai piedi scarpe da ginnastica, per prepararsi ad un altro tuffo nel passato. La storia non è fatta solo di monumenti e costruzioni ma  di un eco di gesti che accompagnano i ragazzi negli anni. Mia madre mi diceva che da ragazzina anche lei si buttava nel fiume, facendosi trasportare dalla corrente per poi percorrere a ritroso la strada che l’avrebbe portata ad un altro salto, ad un’altra emozione. Guardare nella finestra del tempo attraverso i libri mi ha sempre annoiato ma affacciarmi davanti ai piccoli cenni di un passato che, nonostante tanti anni, si ripete, mi lascia  spettatore di una realtà che si tinge di ricordo. Stringo forte le mani di Aura e lei attraverso quegl’occhi furbeschi mi risponde “Lo Facciamo?”. Eccoci lì, pronti al tuffo dal cornicione della passerella, 7 metri ci dividono dal fiume che sotto ci aspetta.
Oggi anche noi ci facciamo trasportare insieme ad altre migliaia di corpi nella storia di Palazzolo, l’acqua è fredda ma ha il sapore di una storia  meravigliosa nella quale ci immergiamo.

di Michele

lunedì 20 giugno 2011

Poesie: IN CASCINA

Non è solo il garrire festoso delle rondini sotto il porticato, né il tubare sommesso delle tortore e neppure il richiamo ripetuto di un gallo che si perde lontano.

Non so bene che cosa mi renda così serena  ed appagata oggi  in questa cascina  solitaria ed ombreggiata dalla vecchia vite contorta. Mi guardo intorno assaporando il silenzio dei  rumori  e i rumori del silenzio, in perfetta armonia con il  vecchio campanile che svetta sul muro di cinta in eterno dialogo con il cielo.

E i miei occhi si perdono nell’azzurro  e nel mutare repentino delle nuvole, spumose e cangianti nell’imprevedibilità delle forme: cavalli imbizzarriti e vele spiegate  che corrono nell’aria tersa.

 La fontana circolare nel mezzo del cortile  e le sue pietre e i suoi sassi portati qui da chissà quando, giunti da chissà dove  è inondata di fiori.
I loro colori si mescolano, si accorpano, risplendono suonando una musica ronzante di api e di insetti. Una lucertola  ascolta  la magia all’ombra  della salvia splendida.
 E io ringrazio il creato  per questo momento, per questo esserci ora , per questo non desiderio d’altro o d’altrove…

E adesso che il giorno sta declinando come il mio tempo, intono una canzone muta di benvenuto alla sera.

di Lisetta Rota

venerdì 3 giugno 2011

Quadri e racconti-Passi verso l'Amore

Liberamente tratto da un quadro di Mara Zavagno del 1983.
Esiste una storia che ha bisogno di esser raccontata,una storia di passione, di amore folle, una storia che esiste solo entro la cornice di un palcoscenico. Bizzarro vero? Tutto inizia e finisce nell'intervallo di un balletto.
I loro corpi si librano nell’aria, camminano sul filo dell’acqua e l’unica cosa che desiderano è continuare a vivere quest’emozione, uno accanto all’altra. 
La magia si perde  quando la musica si spegne, l’uno guarda l’altra annegare nell’indifferenza, come se tutto quello che c’è stato prima fosse  solo un annebbiato ricordo ed i palpiti del cuore solo l’eco di un sentimento. Il nero: il triste colore che porta oscurità anche l’opera d’arte più maestosa li attende. I due non possono fare altro che continuare a stringersi a sommergere i loro corpi di carezze, amarsi anche se questo non significa “sempre”. Lei stringe se stessa sapendo che non durerà , lui urla al cielo il suo “ANCORA” disperato, sapendo che prima o dopo rimarrà ad accarezzare solo l’aria.
Ma ora tutto questo non importa, continuano ad esser una persona sola al ritmo delle incantevoli note che salgono dai loro corpi. Sarà questo il segreto? Ciò che li farà danzare per tutta la vita? L’incontro di due spartiti d’amore che volteggiano al ritmo delle loro anime… saranno questi i passi che compieranno verso l’amore? 
Un pennello li ha creati, il fuoco che arde tra di loro gli ha dato carne… ossa…vita, la musica che dentro se stessi suona gli ha dato la possibilità di vivere senza fine sul palcoscenico, fianco a fianco per il resto della loro, eterna, vita.

Michele


giovedì 2 giugno 2011

Poesia: Le Strade del Carmine

La Contrada del Carmine è una nota zona di Brescia tanto centrale (infatti si trova vicino la rinomata via di S. Faustino), quanto disagiata; come emerge dalle parole dell’autrice, che cattura abilmente l’anima della zona.

                                         
LE STRADE DEL CARMINE


Le strade del Carmine
umide di odori
variopinte
di gente lontana
malata di speranza.


Le strade del Carmine
a dividere
le ferite delle case
e i loro improbabili colori.


Io novello Ulisse
mi avventuro e mi ritrovo
in un brusio di suoni
scombinato e allegro.


 Le strade del Carmine
e gli ubriachi
i vagabondi
e i signori distinti

che passano in fretta
scuotendo
dalle scarpe lucide
fastidio e diffidenza.

Nelle strade del Carmine
novelle sirene
sussurrano a poco prezzo
canti stonati
che ammaliano ancora.

di Lisetta Rota