Un libro a cinque stelle
Vi siete mai chiesti come dev’essere vivere accanto ad un famoso scrittore? Allora, nel “la storia di Lisey” uno tra i più bei libri che abbia mai letto, potreste trovare qualche curioso aneddoto a riguardo oppure, potreste trovare qualcosa che va oltre l’aneddoto, oltre il ricordo, oltre la pagina… fin là, nella pozza delle idee a cui gli scrittori attingono ispirazione…
Lisey moglie di Scott Landon, scrittore leggenda del suo tempo, si ritrova due anni dopo la sua morte a dover riordinare il suo studio, catalogare tutte le sue carte e scegliere cosa tenere segretamente per sé e cosa lasciare in pasto ai lupi: accademici o semplici fan, che volevano impossessarsi delle ultime impronte d’inchiostro lasciate da Scott.
Una prima occhiata allo studio, accompagnata dall’indesiderata presenza della squilibrata sorella più vecchia, Amanda, e già Lisey precipita nei ricordi. E’ così che tra carte e scatoloni la moglie del celebre scrittore rivive momenti chiave della loro vita assieme… della vita di Scott. Incalzata, in questo percorso a ritroso, dagli angosciosi e bizzarri eventi della vita reale, scivola pian piano in una dimensione tra il passato ed il presente, dubbi e certezze, ricordi vaghi ed altri cristallini fino a smarrire il confine della realtà per avvicinarsi a quel pesante sipario che credeva di aver chiuso per sempre, che credeva d’essere riuscita a dimenticare… Forte di tutte le tappe che ha superato s’accorge che è giunto il momento di calarlo per affrontare ciò che dietro vi si cela.
Non svelo niente di più. Lascio al non detto tutta la sua forza suggestiva, per non dire che ulteriori rivelazioni sarebbero un delitto contro il pieno godimento che il libro, con le sue svolte inattese, può dare.
Questo capolavoro, come tutti i buoni libri, ha gli ingredienti giusti, quelli che fanno la differenza. Per me l’ingrediente esotico, che ha reso unica questa lettura, è stato il linguaggio… Mi spiego: avete presente la caratterizzazione psicologica dei personaggi, necessaria a che questi escano dalla piatta pagina per assumere un loro essere tridimensionale nella nostra mente? Ecco, King riesce a dar vita ai protagonisti del “la storia di Lisey” tramite le loro bizzarre espressioni ed i loro modi di dire, che si son tramandati di padre in figlio, di generazione in generazione. Con questi loro detti curiosi ed imperscrutabili i personaggi diventano qualcosa di più di una macchia d’inchiostro, più di una serie di pregi e difetti, più di una vacua immagine che vaporeggia nelle nostre menti… diventano palpabili, prendono vita propria usando un loro linguaggio personale.
E’ così, che proprio per la vividità di questa intrigante lettura, vi invito a CINGHIARVI questo libro! BOOL fine.
“La storia di Lisey”: recensione di Aura Longo.