"Fuori dalla notte è arrivato il giorno. Fuori dalla notte la nostra piccola terra. Le nostre parole si disperdono. Le nostre parole viaggiano per trovare coloro che ascolteranno." (Enya, Less Than a Pearl))

venerdì 6 maggio 2011

La Ragazza dai Piedi di Vetro (di Ali Shaw)

Questo libro l’ho preso in prestito dalla biblioteca di Chiari. Ricordo perfettamente la sensazione magnetica che me lo fece adocchiare per sbaglio mentre stavo uscendo e che mi costrinse a portarmelo a casa. Per qualche strana ragione mi ha colpito tanto che, dopo mesi, saprei ancora indicare l’esatta posizione in cui si trovava.

Midas Crook riesce a vedere il mondo solo attraverso il suo obbiettivo e solo in bianco e nero. Midas vive solo del riflesso delle immagini e solo la luce può increspare appena il suo animo calmo. Sarà finalmente grazie a Ida, alla sua Trasparenza che parte da dentro e si materializza nel corpo, che riuscirà ad aprire gli occhi ai colori del mondo ed il cuore all’amore, al ricordo, alla rabbia, a tutti i sentimenti di una vita passata e presente… In questo libro il presente risacca contro la memoria come le onde contro l’arcipelago di St. Hauda’s Land, un posto freddo d’una bellezza malinconica, grigio ma affascinante, il luogo perfetto dove ambientare questa storia.
  “La ragazza dai piedi di vetro” è stata una lettura strana, meditativa ed a tratti angosciante. E’ il libro d’esordio di uno scrittore in erba e si vede… Non che sia una cosa negativa, in una società dov’è tutto costruito e ritoccato è bello poter cogliere il primo passo di un autore anche quando si lascia dietro un’impronta di perplessità. Comunque, nonostante qualche inciampo descrittivo (c’è il maniacale uso dell’aggettivo “monocromatico/a” ed il ritorno ossessivo, per quanto tematico, delle descrizioni in bianco e nero), ci sono contenuti decisamente originali e di straordinario impatto. Se dovessi paragonare questo libro ad una pietanza od un vino direi che ha una decisa fragranza di novità, un vago sapore di perplessità ed un persistente retrogusto d’ antica favola. E’ inoltre una storia di contrasti, bianco e nero, ombra e luce, presente e passato, fiaba e novità… dunque non deve sorprendere se anche il lettore sarà portato ad oscillare tra un parere ed un altro, né che questa recensione oscilli tra pregi e difetti.
  Consiglio questo libro, debutto di Ali Shaw, ai nostalgici delle vecchie storie, a chi vuole leggere qualcosa un po’ fuori dalle righe, agli appassionati di fotografia e a chi come me si strugge per le descrizioni di grigie cittadine nordiche, autunni ventosi, copiose nevicate, coste frastagliate e cottage nei boschi.
Nodoso ma promettente è un libro che metterà più volte in discussione la vostra opinione.
Aura Longo

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