Non è solo il garrire festoso delle rondini sotto il porticato, né il tubare sommesso delle tortore e neppure il richiamo ripetuto di un gallo che si perde lontano.
Non so bene che cosa mi renda così serena ed appagata oggi in questa cascina solitaria ed ombreggiata dalla vecchia vite contorta. Mi guardo intorno assaporando il silenzio dei rumori e i rumori del silenzio, in perfetta armonia con il vecchio campanile che svetta sul muro di cinta in eterno dialogo con il cielo.
E i miei occhi si perdono nell’azzurro e nel mutare repentino delle nuvole, spumose e cangianti nell’imprevedibilità delle forme: cavalli imbizzarriti e vele spiegate che corrono nell’aria tersa.
La fontana circolare nel mezzo del cortile e le sue pietre e i suoi sassi portati qui da chissà quando, giunti da chissà dove è inondata di fiori.
I loro colori si mescolano, si accorpano, risplendono suonando una musica ronzante di api e di insetti. Una lucertola ascolta la magia all’ombra della salvia splendida.
E io ringrazio il creato per questo momento, per questo esserci ora , per questo non desiderio d’altro o d’altrove…
E adesso che il giorno sta declinando come il mio tempo, intono una canzone muta di benvenuto alla sera.
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