Liberamente tratto da un quadro di Mara Zavagno del 1983.
Esiste una storia che ha bisogno di esser raccontata,una storia di passione, di amore folle, una storia che esiste solo entro la cornice di un palcoscenico. Bizzarro vero? Tutto inizia e finisce nell'intervallo di un balletto.
I loro corpi si librano nell’aria, camminano sul filo dell’acqua e l’unica cosa che desiderano è continuare a vivere quest’emozione, uno accanto all’altra.
La magia si perde quando la musica si spegne, l’uno guarda l’altra annegare nell’indifferenza, come se tutto quello che c’è stato prima fosse solo un annebbiato ricordo ed i palpiti del cuore solo l’eco di un sentimento. Il nero: il triste colore che porta oscurità anche l’opera d’arte più maestosa li attende. I due non possono fare altro che continuare a stringersi a sommergere i loro corpi di carezze, amarsi anche se questo non significa “sempre”. Lei stringe se stessa sapendo che non durerà , lui urla al cielo il suo “ANCORA” disperato, sapendo che prima o dopo rimarrà ad accarezzare solo l’aria.
Ma ora tutto questo non importa, continuano ad esser una persona sola al ritmo delle incantevoli note che salgono dai loro corpi. Sarà questo il segreto? Ciò che li farà danzare per tutta la vita? L’incontro di due spartiti d’amore che volteggiano al ritmo delle loro anime… saranno questi i passi che compieranno verso l’amore?
Un pennello li ha creati, il fuoco che arde tra di loro gli ha dato carne… ossa…vita, la musica che dentro se stessi suona gli ha dato la possibilità di vivere senza fine sul palcoscenico, fianco a fianco per il resto della loro, eterna, vita.
Michele
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